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Un’idea regale di cultura

Nei ventidue anni di regno, Margherita diede un’impronta fondamentale alla vita culturale del paese. Da subito gli sposi si impegnarono con convinzione nell’operazione di popolarizzazione della monarchia e di presentazione di un’immagine democratica: lo fecero non solo attraverso i loro numerosi viaggi per l'Italia ma anche sostenendo le moltissime commemorazioni, monumenti e intitolazioni per Vittorio Emanuele II. Le loro differenti personalità diedero vita a una robusta sinergia: Umberto, assai più disponibile alle pubbliche relazioni di quanto fosse stato il padre e di quanto poi sarà il figlio, accanto alle proprie funzioni militari, politiche e cerimoniali, fornì di sé un’immagine di bontà e di coraggio per la tempestività della sua presenza e dei soccorsi in occasione di gravi calamità. Dal canto suo Margherita dimostrò un eccezionale talento e una notevole versatilità nelle attività di rappresentanza, ben consapevole del fascino esercitato sugli interlocutori. Fu così accreditata della sovrana un’immagine assai sfaccettata: colta conversatrice circondata dalle celebrità delle lettere e delle arti, protettrice delle arti e artefice dell’introduzione della musica da camera, raffinata lettrice, profondamente religiosa e auspice di una riconciliazione tra Stato e Chiesa. Centinaia furono gli autori che le donarono o dedicarono i loro componimenti e l’immagine di un’idea regale di cultura passò indubbiamente anche attraverso le parole che le rivolsero, descrivendo Margherita come madrina di tutte le arti, rinnovatrice e protettrice della cultura italiana.