Bacheca 12

La musica a palazzo

Tra tutte le arti Margherita ebbe una predilezione speciale per la musica, in ogni suo aspetto: studio personale, sociabilità salottiera, patrocinio e sostegno a musicisti e istituzioni musicali. Negli anni sessanta studiò musica con due maestri torinesi, dapprima Carlo Unia, poi Stefano Tempia. Le lezioni di musica continuarono anche dopo il matrimonio con il principe ereditario Umberto e per tutta la vita si dilettò a suonare il mandolino. La passione per la musica – oltre naturalmente ai compiti di rappresentanza legati al suo rango – portò Margherita a frequentare assiduamente teatri d’opera e soprattutto concerti. La presenza della regina conferiva un particolare lustro a questi eventi, e talvolta il contributo di Margherita andava oltre la semplice presenza, intervenendo sulle scelte dei pezzi, o sulla loro successione. Si interessò ai più diversi tipi di componimenti: da quelli antichi ai classici tedeschi, all’opera italiana contemporanea e alla romanza da salotto, nella convinzione che l’arte musicale fosse determinante per la cultura del nuovo Stato italiano. Fondò il Quintetto d'Archi di Roma diretto da Giovanni Sgambati che, insieme ad Ettore Pinelli, istituì a Roma il Liceo musicale di Santa Cecilia.

 Il musicista prediletto da Margherita fu  Beethoven: «ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio di stare presso Dante e Shakespeare!».